domenica

Barack Obama - Tema

Barack Obama, candidato del partito democratico americano, è il nuovo presidente degli Stati Uniti . Questo il verdetto delle elezioni presidenziali che si sono svolte il 4 novembre 2008. Ha battuto largamente il proprio antagonista, il repubblicano John McCain.
Votato da giovani e intellettuali progressisti, Obama, di padre keniota e di madre statunitense, è il primo presidente nero della storia americana. Una novità che dimostra la vitalità di una democrazia in grado di superare atavici pregiudizi sulla razza e sul colore della pelle. Una società, quella americana, aperta e meritocratica, capace di portare ai propri vertici una persona estranea all'establishment politico-economico e ai suoi giochi di potere, ma dotata di grandi qualità.
Sul nuovo presidente, di appena 47 anni, davvero un'anomalia rispetto alla gerontocratica leadership politica nostrana, si sono accumulate molte aspettative, sia in patria che fuori dai confini nazionali. Nel contesto mondiale, il crollo dei mercati finanziari evoca preoccupanti prospettive di recessione economica globale, mentre la minaccia del terrorismo islamico non è ancora stata neutralizzata e il Medio Oriente continua ad essere un'area dall'equilibrio drammaticamente instabile, dominata da conflitti irriducibili e potenzialmente esplosivi. Sul fronte interno, il debito pubblico raddoppiato nel giro di pochi anni, la disoccupazione, l'erosione dei salari della classe media e la crescente disuguaglianza sociale costituiscono sfide difficili da affrontare con successo. Senza dimenticare che 45 milioni di americani sono tuttora privi di assistenza sanitaria, che il sistema educativo statunitense mostra molte crepe e che il Paese registra un inquietante aumento della criminalità. Obama ha vinto perché rappresenta il nuovo e la speranza di un futuro migliore per milioni di persone. Succede a un lungo periodo storico che ha visto la preminenza del liberismo più spregiudicato e privo di scrupoli. L'ideologia dell'ultraliberismo, patrocinata dai leader del partito repubblicano, invece di rinvigorire l'economia, ha riempito il portafogli dei ricchi impoverendo la maggioranza dei cittadini e trascinando il Paese in onerose guerre, di cui ancora si cerca di valutare con realismo la necessità, i costi e l'efficacia. Obama prende la guida del Paese in una congiuntura critica, piena di emergenze nazionali e planetarie, soprattutto in un'epoca che vede la leadership mondiale degli Stati Uniti duramente contestata. Con Obama, gli elettori e i commentatori si aspettano una maggiore sensibilità verso i problemi sociali e dell'ecosistema, che si sono drammaticamente acuiti negli ultimi decenni, un maggior interventismo statale, principalmente nel campo dei servizi e delle infrastrutture, senza tuttavia stravolgere radicalmente un'economia, come quella americana, la cui vitalità è affidata all'intraprendenza e allo spirito di iniziativa personali e alla capacità individuale di assumersi dei rischi.
Descritto dagli analisti politici come colto e raffinato, intelligente e pragmaticamente svincolato da ideologie preconcette, Barack Obama, quando a gennaio 2009 si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca, dovrà operare scelte che saranno sicuramente seguite con interesse e che avranno ripercussioni non soltanto in patria, ma in tutto il mondo.
                    Gli auguriamo di prendere le decisioni giuste, nell'interesse di tutti.!





Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento!