Il fascismo nasce come movimento politico a Milano il 23 marzo del 1919 per iniziativa di Benito Mussolini. Le origini storiche del fascismo risalgono alla profonda crisi provocata in tutta l'Europa dalla 1° Guerra mondiale che portò a radicali mutamenti nelle strutture politiche e sociali dei singoli paesi. Esso si inserì agevolmente nella difficile situazione dell'Italia del dopoguerra, avvalendosi di tutti i motivi di malcontento e disorientamento vivi nel paese. Nel congresso di Roma il movimento, che contava ormai trecentomila iscritti, operò la sua trasformazione in partito, caratterizzandosi come difensore dell'ordine e dandosi una più precisa fisionomia ideologica. Il nuovo partito si pose l'obiettivo della conquista dello Stato, favorito dalla crisi sempre più profonda delle istituzioni liberali, dal succedersi di governi deboli e impotenti, dalla divisione delle sinistre. Dopo la cosiddetta “Marcia su Roma” del 28 ottobre 1922, Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo. Ottenuta la presidenza del Consiglio, Mussolini dichiarò di voler reprimere tutte le illegalità, e per questo fine compose un governo di coalizione con esponenti del liberalismo, del Partito Popolare e dell’esercito, ma le violenze squadriste continuarono indisturbate e il fascismo procedette nel progressivo sovvertimento delle istituzioni liberali, sistematicamente sostituite con gli strumenti di un nuovo regime, quali il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia. Finì nel 1943 con l’arresto è l’esecuzione di Mussolini.
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